ALLIEVI 98: S. Colombano, ora pro nobis
Nel calcio di oggi occorre avere piedi buoni, gamba forte, cuore caldo e testa lucida. C’è tuttavia anche un’altra parte anatomica che riveste un ruolo importante ai fini della determinazione del risultato. Solitamente utilizzata per sedersi, sinonimo di fortuna e molto apprezzata nelle belle signore. A noi ieri è mancata. Ne avessimo avuta ora saremmo qui a parlare di un’impresa, di un rilancio che ci avrebbe consentito, finalmente e come meritiamo, di mettere la testa fuori dal pelo dell’acqua. Siamo in terra di vini, campagna lodigiana, qui Napoleone conquistò la fiducia dei suoi uomini guidandoli nelle cariche che gli permisero di asfaltare gli Austriaci. Ettari di campagna si susseguono incessanti nel tragitto dall’autostrada al Comunale di S. Colombano. Si gioca alle soglie dell’happy hour e siamo senza Genna. Non per questo però, è solo squalificato. Siamo reduci da Rozzano e visto che l’appetito vien mangiando vorremmo continuare ad ingrassare. Si inizia alle 18 con la luce naturale, terreno morbido ma bruttino. Sin dalle prime battute dimostriamo di essere vivi, li rintuzziamo a centrocampo e non corriamo rischi. Dopo cinque minuti dal fischio Lollo prende una scarpata a un metro e mezzo dal portiere, il colpo lo sentiamo in panchina. Vedo già Zinca sul disco ma il fischio non arriva. Amen. In contropiede le nostre punte ripartono veloci e da una bellissima azione corale per poco non viene il gol della domenica, anzi del mercoledì, con il Bello che al volo conclude e abbatte due incolpevoli passerotti. Altre buone azioni mettono in difficoltà la loro retroguardia che appare attenta e fa valere la maggior fisicità. Mancano dieci minuti al break e da angolo il loro stopper si erge una spanna sopra tutti che, aggiunta alle due in più che già vantava, gli consentono di infilare il pallone e l’Amedeo in rete. Il colpo è duro, immeritato e quindi più difficile da digerire. Ci mettiamo un po’ a riprenderci. Il gong ci fa tornare nello spogliatoi a riordinare le idee. Nel secondo tempo infatti torna in campo la squadra vista nei primi venti minuti, anche più cattiva e aggressiva. Simo rileva un bravo Barbieri. Li attacchiamo con la bava alla bocca, abbiamo voglia, tanta, di riprenderla, di vincerla, non di pareggiarla. Certo ci esponiamo anche al contropiede ma il fatto che loro perdano quintalate di tempo e i palloni spariscano da bordo campo la dice lunga sulla gara che stiamo facendo. Mancano dieci al termine Simo va via di forza e dal limite tira una mina che sbatte sul palo interno, all’incrocio, e torna fuori. Le imprecazioni di stampo inglese si odono a distanza e si fanno più forti quando in una mischia la palla danza sulla linea della loro porta senza che nessuno di noi la rusi dentro. Finiamo all’arrembaggio con angoli e punizioni dal limite che per pura sfiga non sfruttiamo. Il triplice fischio fa esultare i nostri avversari, neanche avessero battuto il Bayern a Madrid in finale, mentre noi ci accasciamo al suolo, sfiniti ma non vinti. Bravi, bravi, bravi! Ho letto un articolo relativo ad una lezione recentemente tenuta da Bielsa a Coverciano nella quale “El Loco” sosteneva che esistono sconfitte che servono e vittorie che non servono a nulla. Ci rifaremo. Auguri di cuore per una pronta guarigione al nostro Amedeo. Speravo fingesse anche oggi quando è stramazzato al suolo. Purtroppo non è così.
SANCOLOMBANO |
1 |
CITTA’ DI SEGRATE |
0 |
FORMAZIONE
Angeloni (Piacentini), Carbonara (Bianchini), Iozzia, Zincarelli (Ferraguto), Ranzini, Anesi, Omini, Calabrò, Barbieri (Franco), Mosca, Bellotti (Tancredi).
Tecnico
Sig. Catera
Polisportivasegrate.it
Ufficio Stampa
Maurizio Omini