PRIMA CATEGORIA: Fine corsa di Nicola Maiolo
“Il portiere non è uno degli undici, è qualcosa di diverso. La sfida è insita nel ruolo, uno contro tutti, la difesa della porta come la difesa della terra santa.” (da: “La solitudine dei numeri uno”).
Nicola Maiolo, nasce a Milano nel gennaio del ‟75, esattamente tre mesi prima della presa di Saigon da parte dei nordvietnamiti. Quando Nico emette il primo vagito la benzina costa 309 lire al litro, di lì a poco l‟Atari produrrà il primo videogioco elettronico domestico, il Pong, simulatore del ping pong e Bill Gates fonderà la Microsoft. Che sia predestinato a finire sotto le ali protettive del noto stilista Giorgio A. lo si potrebbe intuire anche dal fatto che nello stesso anno in cui il Maio vede la luce, nascono sia Roberto Bolle che Enrique Iglesias. Tutti accomunati dalla passione per la stessa cosa: lo stile. Detto di quanto sia anziano passiamo ora alla parte sportiva. I guantoni nerazzurri da portiere sono uno dei primi regali che riceve, come detto ha gusto e ovviamente l‟Inter è la sua passione. La porta della Magica nel „75 la difende “pallottola” Bordon alternandosi con Lido Vieri, uno dei migliori estremi italiani. La carriera sportiva del Maio si dipanerà, tra alterne fortune, difendendo i pali di Afforese, Cologno, Tritium, Molinello, Biassono, Lentatese, Cesano Maderno, Segrate, vincendo svariati campionati. Uno su tutti quello della Promozione, ottenuta con molti record, conquistata a Cologno Monzese nel 1995 con Mr. Omini in panca, che ritroverà anche a Biassono, a Molinello e poi qui, e con un esperto e cattivissimo centrale di difesa, le cui saracche già volavano alte entro gli stanzoni del centro Brusa, quel Romani Fabrizio abile nello sfinire e nello stendere avversari senza farsi mai beccare. Vincono il campionato con sette giornate di anticipo. Seguiranno altre squadre, altri lidi, in diverse categorie. Uno zingaro che si fa ben volere ovunque, capace di creare empatia, di fare squadra. Non può essere un caso se a Segrate, dopo lungo peregrinare, si ferma per sei anni, periodo stanziale di durata maggiore. Non può essere un caso se proprio qui, dove si è formato un gruppo di ragazzi unico, fantastico, a livello umano prima che sportivo, si sia sentito talmente a casa da voler festeggiare la fine di una lunga carriera sportiva. E‟ solo con loro accanto che accetterà di far calare il sipario. Tutti i portieri sono notoriamente matti e Nico non è stato certo da meno, capace di compiere gesti generosi, di elargire perle di saggezza e nel contempo di travestimenti geniali e di scherzi bestiali (Antonello guarda che la punta delle calze te la tagliavano sia l‟Albi che il Maio). Come portiere è stato tra i migliori a questo livello ed anche in tempi recenti, pur preda di sciatica e di artrosi, con la gotta e la calvizie che ne hanno fatto scempio, è stato comunque in grado di compiere balzi felini e colpi di reni da autentico campione. Ci si scambiava messaggi la domenica sera. Mi complimentavo con lui per qualche sua parata e lo sentivo felice dei miei apprezzamenti. Me lo immagino il Nico, tra qualche mese, davanti al camino, con la pipa in bocca, le ciabatte e il plaid sulle gambe, ritornare sulle imprese di gioventù, raccontando sempre le stesse cose alle sue amate figliole che fingeranno di ascoltarlo con le cuffie e la musica a palla nelle orecchie. La saggezza, si fa per dire, acquisita negli anni, lo ha fatto diventare coscienza di questo gruppo che lo ha elevato a capopopolo all‟interno dello spogliatoio. Stimato ma soprattutto amato da compagni, allenatori e dirigenti. Ci vorrebbero trecento pagine per raccontare tutto ciò che il Maio è stato per noi ed almeno tremila ce ne vorrebbero per esporre a tutti cosa sono stati questi, indimenticabili, sei anni insieme, per questa nostra, immensa, Prima Squadra. Un‟esperienza bellissima che ha travalicato il fatto sportivo e che ora si chiude. Ed è un peccato. Nico smette. Forse. Chissà. Io con lui certezze non ne avrei. Mi ha infatti confessato di avere ancora, appesi in cameretta, i poster di Boranga, di Ballotta e di Tano Zunino, argentino, che ha smesso di giocare in porta, nei campionati dilettantistici, all‟età di 82 anni. Ad Maio…ra!.
Polisportivasegrate.it
Ufficio Stampa
Maurizio Omini (Il Barba)